TRANSHUMANZA

CTRL-X | OCT 20 - JAN 26 | 2024

installation view
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Galleria Macca è lieta di presentare CRTL-X, primo progetto site-specific del collettivo Transhumanza (Ambra Iride Sechi, 1992; Dario Sanna, 1996; Matteo Orani, 1993).
La mostra sarà visitabile dal 20 ottobre al 26 gennaio 2024, ogni martedì, giovedì e venerdì dalle 19 alle 21, o su appuntamento.
Ringraziamo Cantina Antonella Corda per il prezioso supporto. 

 

 

 

 

Transhumanza

CTRL-X

 

 

 

CTRL-X è il primo esito di una ricerca focalizzata sulla percezione visiva della presenza militare nello spazio urbano e rurale della Sardegna. 

Assunti come elementi normalizzati nell’immaginario collettivo, mezzi militari, infrastrutture e zone interdette ai civili costituiscono una costante nel paesaggio sardo.

 

Ad oggi oltre il 60% delle servitù militari italiane si trova in Sardegna, con un’estensione di circa 35.000 ettari occupati da basi, poligoni di tiro, aeroporti e caserme, alle quali si aggiungono le zone di mare e aria periodicamente interdette durante le esercitazioni, con un impatto devastante sull’ambiente e sulla salute degli abitanti delle zone limitrofe.

Attraverso semplici azioni come camminare, osservare e ascoltare, muovendosi lungo i confini, spesso ambigui, di territori sottratti alla comunità per fini bellici o securitari, è possibile fare esperienza di questi limiti.

 

L'installazione presentata è composta da una serie fotografica, una scatola di munizioni sonorizzata e un'opera video.

Nella serie fotografica alcune aree sono state rimosse con il comando CTRL-X. Come in una dinamica di pieni e vuoti materici, gli elementi militari fluttuano in un pattern di trasparenza digitale, in cui il paesaggio circostante viene estruso dalla fotografia.

Una cassa metallica per munizioni, come un reperto contemporaneo e rappresentazione fisica di una presenza inquietante, diffonde un ronzio intermittente.

Conclude un’opera video, composta da immagini realizzate durante esplorazioni compiute lungo le zone interstiziali che sorgono tra le aree civili e militari. 

Camminando nei pressi di recinzioni e cartelli di divieto, abbiamo osservato la quotidianità delle vite che abitano questi luoghi, tra le crepe nelle reti che rendono i limiti valicabili.

 

Il video è frutto di una collaborazione con Giacomo Spanu, Dottorando in Geografia Economica presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Attualmente, è impegnato in un progetto di ricerca che mira ad approfondire le influenze materiali e immateriali della presenza militare in città comunemente definite in pace, con un particolare focus su Cagliari, città dove è nato e cresciuto. Più in generale, gli interessi di ricerca riguardano le geografie del potere alla scala locale e le pratiche (in)formali che si sviluppano nel tessuto urbano.

 

 

 

 

#GalleriaMacca #Transhumanza #CTRLX

 

 

BIO

 

Transhumanza è un collettivo artistico e curatoriale, fondato da Ambra Iride Sechi, Dario Sanna e Matteo Orani. Nasce nel 2018 a Bologna, con l’intento principale di promuovere la diffusione della giovane ricerca artistica nelle zone rurali della Sardegna, cercando di innescare un cortocircuito tra linguaggi sperimentali e tradizionali. 

La pratica del collettivo è caratterizzata da un’attenzione particolare verso il contesto territoriale d’origine, le sue peculiarità e contraddizioni.

 

Ambra Iride Sechi (Las Plassas, 1992; vive e lavora a Cagliari) è una fotografa ed artista visiva. Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dopo la laurea di primo livello in Fotografia, Cinema e Televisione, prosegue gli studi nel biennio specialistico di Fotografia e nella facoltà di Arti Visive all’École Supérieure d’Art et de Design Marseille-Méditerranée. 

La sua ricerca si concentra su temi come la memoria, l’identità e le relazioni sociali. Nei suoi lavori esplora il potenziale politico e poetico delle immagini attraverso un approccio multidisciplinare, spaziando tra fotografia, video e performance.

 

Dario Sanna (Siniscola, 1996; vive e lavora a Bologna) è un artista visivo e multidisciplinare. Dal 2015 risiede a Bologna, dove ha studiato all’Accademia di Belle Arti conseguendo la laurea di primo e secondo livello in Scultura. Le sue pratiche si concentrano sulla relazione tra il paesaggio contemporaneo e le risorse del territorio, le questioni sociali e le tecnologie.

Tende a sviluppare “dispositivi narrativi” utilizzando installazioni ambientali, manipolando immagini e materiali plastici e creando dialoghi tra gli elementi.

 

Matteo Orani (Cagliari, 1993; vive e lavora a Cagliari), progettista grafico. Dopo aver conseguito la laurea in Grafica d’arte presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, si specializza in Comunicazione e design dell’editoria presso l’ISIA di Urbino.

Comune denominatore di tutte le sue opere è l’incisività del segno grafico, indipendentemente dal mezzo utilizzato. I lavori spaziano tra i campi dell’editoria, la fotografia e l'arte urbana, ragionando sulla società del suo tempo e sulle sue contraddizioni.





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Sguardi urbani: Cagliari, i militari e la quotidianità[1]

di Giacomo Spanu e Transhumanza

 

 

 

 

 

 

Cercare una nuova prospettiva. 

Giocare con l’immagine della città. 

Guardare nell’ombra del quotidiano.

 

 

 

 

Alle 7.45 del secondo lunedì di ottobre via Torino è senza tavolini. I due bar sono chiusi, la colazione dovremo farla da un’altra parte. Anche il noto kebab, la pizzeria e la bottega hanno le serrande giù, ma questo si poteva immaginare. La piccola via, in bilico tra le pendici di Castello e la parte alta di Marina, è attraversata dagli zaini degli studenti e dai primi turisti sbadiglianti. In fondo, dopo la chiesa di Santa Rosalia e l’arco settecentesco, le bandiere istituzionali fanno ombra all’ingresso del Comando Militare Autonomo della Sardegna. Gli ultimi militari entrano prima che inizi l’alzabandiera. Noi vorremmo iniziare a fare qualche ripresa al Comando, ma siamo evidentemente impacciati. Ce lo diciamo solo dopo qualche minuto. Un po' perché una pattuglia dei carabinieri che staziona davanti al Comando inizia a fissarci, un po' perché il potere militare ci mette a disagio. 

 

È una dimensione strana quella della quotidianità militare a Cagliari. In centro, al porto, nella zona del capo Sant’Elia, le strutture delle forze armate segnano costantemente gli scorci urbani. In città, circa il 3% del territorio è del demanio della Difesa. I muri alti delle caserme e l’opacità delle informazioni avvolgono il tutto con un’atmosfera che unisce prossimità e impenetrabilità. Provare ad indagare questa presenza è un’azione che richiede uno sforzo particolare: lavorare su quello che il nostro sguardo quotidiano ha normalizzato; provare a guardare nei luoghi dove i ritmi militari si intrecciano con le vite della città. 

 

Ci rendiamo conto che in quelle vie anguste gli spazi sono troppo stretti per le riprese. O forse noi ci sentiamo troppo stretti in quegli spazi. Colazione da Tramer, caffè e pizzetta sfoglia. Cominciamo a scendere in via Manno, le attività dei negozi stanno per iniziare, qualche turista ci sorpassa. Persi per le vie di Stampace ci imbattiamo nell’ospedale militare. Un misto di maestosità e spettralità. Lo circumnavighiamo costeggiando i cartelli ‘Zona Militare Limite Invalicabile’. Il via vai di macchine fluisce spedito e noi proviamo a cogliere qualche scatto di questa commistione tra movimento e staticità. 

 

Abbiamo bisogno di una inquadratura più ampia. Attraversiamo tutto il porto e ci dirigiamo verso un vecchio molo che si protende nel golfo. La banchina interna ospita una grande infrastruttura militare che poi si dirama nel sottosuolo della città e per la quale c’è un progetto di riqualificazione di DifesaServizi SpA. Le reti ‘invalicabili’ sono state divelte. Con il sole quasi zenitale, all’ombra delle tubature una decina di persone pescano. Il molo ci offre una vista meravigliosa della città. I pescatori ci offrono racconti su molteplici Cagliari. Queste storie si intrecciano con quelle sulla trasformazione dell’infrastruttura: i tuffi dalle piattaforme in costruzione, la pesca quando il molo era punto di rifornimento della NATO, le concessioni di alcuni militari e le retate dei carabinieri per liberare la zona, il degradarsi dei tubi dopo la bonifica, il taglio delle reti per accedere a quel posto tanto amato. Qui il formale e l’informale della presenza militare si fondono in una matassa che intesse commistioni e spazi contesi.


Arriviamo in serata all’ultima tappa della camminata: il Comando Marittimo Autonomo Ovest - Marina Militare. Ci accolgono la scritta Patria e Onore e grandi lavori. Tutto deve essere pronto per l’evento del 4 novembre. Per la festa delle Forze Armate arriveranno il Presidente della Repubblica e il Ministro della Difesa, pronti a ribadire la strategicità militare della Sardegna. Lungo la passeggiata del waterfront ci accompagnano i cartelli militari e il passare di turisti, runner e passeggiatori. Alle 18.45 l’ammaina bandiera attira l’attenzione dei passanti. Tutti fermi, i cellulari all’insù, le orecchie seguono le note dell’inno di Mameli e della preghiera del marinaio, “benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul mare. Benedici!”. Il sole cala, le luci della città si accendono, noi rimaniamo con una domanda: è all’ombra delle nostre città che abituiamo il nostro sguardo a limiti e mimetiche?



[1] Il testo è ispirato dalla ricerca dottorale di Giacomo Spanu sulle influenze materiali e immateriali della presenza militare nella città di Cagliari e dalle derive urbane svolte da Giacomo Spanu con il collettivo Transhumanza tra luglio e ottobre ‘23

Galleria Macca is proud to present CTRL-X, first site-specific presentation by the collective TRANSHUMANZA (Ambra Iride Sechi, 1992; Dario Sanna, 1996; Matteo Orani, 1993). The exhibition will be open until Friday, 26th January 2024.

 

Transhumanza

CTRL-X

 

CTRL-X is the first step of a research focused on the visual awareness of the military presence in urban and rural Sardinia.
Military vehicles, infrastructures and barbwire areas are normalised elements, and a pervasive sight in the Sardinian landscape.


Up until today, over 60% of the Italian military occupation is located in Sardinia, with an extension of approximately 35,000HA occupied by bases, shooting ranges, airports and barracks, as well as the sea and the air space periodically closed for military drills, impacting devastatingly the environment and the health of the inhabitants of the surrounding areas.
Through the simple actions of walking, observing and listening, moving along the ambiguous military borders around the territories often confiscated to the community, whether for war or for security purposes, it is possible to discern them.


The presentation consists of a site-specific installation that include a photographic series, a sound ammunition box and a video.
In the photographic series, some areas were selected and quickly removed by using the CTRL-X command. The military elements fluctuate in a pattern of digital transparency, in which the surrounding landscape is forced out from the picture.
A metal ammunition box spreads an intermittent buzz sound, like a contemporary relic and a physical representation of a daunting presence.
The video has been taken during the explorations carried out along the buffer zones found between the civil and the military areas.
Walking around fences and warning signs, we observed the daily life of the locals living in these areas, through the cracks in the military netting that make the borders ambiguous.


The video is the result of a collaboration with Giacomo Spanu, PhD student in Economic Geography at the Faculty of Economics of the University of Rome "La Sapienza". He is currently researching on the material and immaterial influences of the military presence in cities commonly considered in peace, with a particular focus on Cagliari, the city where he was born and raised. More generally, the research is focused on the geographies of power at a local scale and the (in)formal practices that develop in urban areas.

 

 

 

 

#GalleriaMacca #Transhumanza #CTRLX

 

 

BIO


Transhumanza
(Bologna, Italy; 2018) is an artistic and curatorial collective, founded by Ambra Iride Sechi, Dario Sanna and Matteo Orani; its main intention is promoting the circulation of young artistic research in the rural areas of Sardinia, trying to trigger a short-circuit between experimental and traditional languages.
The collective's practice is characterised by particular attention to the territorial context of origin, its peculiarities and contradictions.


Ambra Iride Sechi
(Italy, 1992; lives and works in Cagliari and Marseille) is a photographer and a visual artist. Graduated in Photography at the Academy of Fine Arts in Bologna, and with an MFA in Photography from the École Supérieure d'Art et de Design in Marseille, France.
Her research focuses on topics such as memory, identity and social relations. In her works she explores the political and poetic potential of images through a multidisciplinary approach, ranging between photography, video and performance.


Dario Sanna
(Italy, 1996; lives and works in Bologna) is a visual and multidisciplinary artist.  Graduated at the Academy of Fine Arts in Bologna, he holds an MFA in Sculpture of the Academy of Fine Arts in Bologna. His practice focus on the relationship between the contemporary landscape and land resources, social issues and technologies.
He tends to develop "narrative devices" using environmental installations, manipulating images and plastic materials and creating dialogues between elements.


Matteo Orani
(Cagliari, 1993; lives and works in Cagliari and Marseille) is a graphic designer. Graduated in Graphic Art at the Academy of Fine Arts in Bologna, he specialised in Communication and Publishing Design at the ISIA in Urbino.
The common denominator of all his works is the incisiveness of the graphic sign, regardless of the medium used. The works range between the fields of publishing, photography and urban art, reflecting on the society of his time and its contradictions.